Arrivo in auto in zona San Siro intorno alle 19 e, nonostante i foschi presagi, non trovo un traffico esagerato, né fatico più di tanto a parcheggiare; dopo un giro intorno allo stadio, finalmente trovo l’entrata giusta e mi arrampico fino al secondo anello, raggiungendo il mio posto. Il pit e il prato sono quasi pieni, gli spalti un po’ meno ma si riempiranno prima dell’inizio dello spettacolo. Guardo con un po’ di invidia chi è vicino al palco, che io vedo lontano lontano, ma certo non invidio loro la fatica che hanno dovuto fare per conquistare la loro posizione privilegiata. C’è chi si è accampato davanti ai cancelli dello stadio fin da sabato! Quattro giorni prima! Pazzesco…
A parte questo, tutto è stato perfetto, Bruce e la band erano in forma smagliante (nonostante che praticamente tutti siano intorno ai 60, e Big Man più vicino ai 70), hanno cantato, suonato e ballato per tre ore senza interruzione… sicuramente alla fine ero più stanco io! La scaletta è stata eccezionale, un concentrato di rock & roll con alcune “chicche” realmente insperate. E poi è stata stravolta completamente rispetto a quella inizialmente prevista (che riporto qui), modificata “al volo” in base alle richieste del pubblico e all’estro di Bruce; senza dimenticare che, fino a questo momento, è stata la setlist più lunga di tutto il tour, ben 29 canzoni, a dimostrazione del particolare rapporto del boss con l’Italia e ancor più con Milano.
01. Summertime Blues: cover di una canzone di Eddie Cochran e Jerry Capehart della fine degli anni ’50, cantata da tantissimi artisti come i Beach Boys, The Who, Buddy Holly, ecc. (informazioni raccolte su Wiki, sennò chi sapeva tutti ‘sti dettagli!). Un ottimo modo per scaldare l’ambiente!
03. Radio Nowhere: uno dei pezzi migliori dell’ultimo album, e secondo me dal vivo ci guadagna anche.
05. Promised Land: altro pezzo da Darkness, uno dei miei preferiti, e non solo dei miei: come sempre, l’attacco dell’armonica è stato accolto da un boato.
07. None but the Brave: prima canzone richiesta dal pubblico, e prima “chicca” della serata; io non l’avevo mai sentita dal vivo, e con me credo molti altri a San Siro! Una canzone molto bella e mai uscita in album ufficiali, se non nella raccolta “The Essential Bruce Springsteen”. Grande!
09. Darkness on the Edge of Town: ovviamente, altro pezzo dall’album omonimo. Bello bello, ma il meglio deve ancora arrivare.
11. Darlington Country: pezzo che lega molto bene col precedente, movimentato, divertente e scanzonato.
13. She’s the One: un altro pezzo che mi piace ma non è tra i miei preferiti, comunque anche stavolta dal vivo è stato grande, intensa come poche! Martellanti Max alla batteria e Garry al basso!
15. Mary’s Place: canzone che, secondo me, dal vivo ci guadagna moltissimo, è assolutamente impossibile stare fermi! Turn it up!!
17. Racing in the Streets: bellissima! Il momento “soft” continua con una canzone unica, che inizia con solo Roy al piano e la voce di Bruce, e poi entra il resto della band… uno dei momenti migliori del concerto!
19. Last to Die: questa sull’album mi diceva poco, invece dal vivo l’ho trovata niente male! Certo, i “classici” sono un’altra cosa…
21. Badlands: una sola parola: MITICA! Canzone potentissima, martellante, energica, bellissima!
22. Girls in Their Summer Clothes: non ci siamo, non mi piace sul disco, non mi è piaciuta dal vivo, insomma non mi piace!
24. Born To Run: il suo pezzo forte, anche se gli anni passano siamo sempre tutti nati per correre!
26. Bobby Jean: canzone molto nota da “Born in the USA”, triste e struggente quanto basta; immagino sia stata dedicata a Danny (il tastierista della e-street band deceduto qualche mese fa), ma non mi sembra lo abbia detto… è solo la mia immaginazione?
28. American Land: l’unico brano dall’album-tributo a Pete Seeger che esegue nel tuor; l’esecuzione mi è piaciuta molto, una particolarità è che mentre la cantava il testo scorreva sul maxi-schermo alle spalle del palco, per una specie di “karaoke”… peccato che dalla mia posizione una buona porzione dello schermo era coperta!
A questo punto, dopo 3 ore esatte di concerto, Bruce e la e-street band lasciano definitivamente il palco, salutati dal boato di sincero ringraziamento e amore del pubblico: un concerto fantastico! Io me ne vado, stanco, assordato, ma felice di aver assistito ad uno spettacolo veramente unico, e orgoglioso di poter dire: io c’ero! Spero solo di poter assistere ad altri concerti di questa portata!
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